La scrittura è una passione che mi caratterizza da sempre.
Per questo motivo ho desiderato racchiudere tutte le mie esperienze cliniche e le emozioni vissute in questi anni insieme ai miei pazienti, in due libri nei quali cerco di raccontare in modo semplice ma intenso cosa siano dipendenza affettiva e narcisismo patologico.
Ho scelto la forma favolistica per spiegare questi disagi così da favorire un ascolto emotivo e profondo nel lettore all’ interno di una cornice delicata e rassicurante come quella della favola.
Nei miei testi utilizzo inoltre metafore semplici che rendano fruibile a tutti, anche ai più giovani, la comprensione delle origini delle patologie trattate e di come si manifestano nella vita delle persone.
Belle, buone, brave e obbedienti: quante donne hanno imparato fin dall’infanzia che questo è l’unico modo per essere amate?
Come succede ad Arabella, la protagonista di questa favola: pur essendo capace, intraprendente e piena di talenti, è pronta a sacrificare la sua allegria, la sua curiosità e i suoi stessi bisogni per compiacere i genitori e sentirsi apprezzata.
Ma c’è qualcosa che grida dentro di lei, un grumo di insoddisfazione che le lacera lo stomaco e la rende irrequieta e vorace: è la sua fame d’amore.
Si convince che solo un uomo potrà placarla e va dritta nella Città degli Incontri. Ma come può una ragazza poco nutrita d’affetto riconoscere il sapore del vero amore?
È sin troppo facile accontentarsi di un riempitivo qualunque. Per fortuna c’è qualcuno pronto a darle una bella svegliata e guidarla a trovare la giusta ricetta.
In questa favola, affronto con ironia e delicatezza la love addiction, quella strana cecità del cuore che porta a scambiare ogni rospo per un principe, a cui dare tutto in cambio di niente. Troppe principesse ne soffrono, si aggrappano a rapporti squilibrati nei quali perdono autostima, fiducia e sorriso.
“Basta, non dobbiamo più accontentarci delle briciole, insegna la favola di Arabella: l’unico modo di nutrire il vero amore è imparare a nutrire noi stesse. E dovrà essere il principe a mostrarsi degno di noi”.
Una mattina d’estate, in un antico e bellissimo regno nasce la generosa principessa Febe, colei che dona luce.
O almeno, questo è ciò che crede di dover fare, perché crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore.
Quando incontra Flavio, il principe Narciso, se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Ma il ragazzo nasconde un segreto: educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile.
Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo.
La complessità dei loro sentimenti li porta a perdersi in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada.
Attraverso questa suggestiva favola metaforica, affronto con sensibilità i meccanismi e le cause profonde della dipendenza affettiva e del narcisismo patologico, tracciando un percorso liberatorio verso la conoscenza di sé.
Perché solo scoprendosi si può raggiungere la consapevolezza necessaria ad amare e farsi amare pienamente.